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Commenti al testo di Franca Colozzo
8 MARZO: Ama le Donne

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 Franca Colozzo - 08/03/2018 23:58:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

@Salvayore Pizzo. Sì è l’urlo che ogni anno si ripete come una marea montante che va e viene e non lascia tracce sulla battigia se non qualche conchiglia o piuma di gabbiano. Ho dimenticato. è vero, le donne nigeriane, ma chissà quante ancora dall’Afghanistan al Sudan! Il mondo ormai è a pezzi e bisogna incollarne i cocci, se mai ci riusciremo! Ho scritto di getto questa mia poesia perché da Facebook arrivano solo stupidaggini che meritano una risposta. Grazie per la solidarietà. Buona notte.

 Salvatore Pizzo - 08/03/2018 23:43:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Un pensiero anche per quelle studentesse nigeriane rapite da assassini senza dio e senza coscienza: la violenza di genere non ha patria, colore o ceto. Così è che mi giunge forte e sentito questo tuo urlo, con il quale non si può che essere solidali...
Un caro saluto

 Franca Colozzo - 08/03/2018 23:18:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

@Arcangelo, @Far Arden. Ringrazio entrambi collettivamente per le vostre emblematiche parole. La mia poesia o sedicente tale, scritta di getto sull’onda emotiva delle discriminazioni nel mondo, più che una lirica è una denuncia sociale per i massacri perpetrati in Siria, che hanno visto di recente soprattutto donne e bambini innocenti tra le vittime di eccidi. Sono veramente stufa di rimarcare ogni anno la stessa storia, ma noto che molte donne si crogiolano in questa falsa festività, vissuta con una mimosa in mano e senza un vero movente nel cuore. Il movente è la ratio che porta al discrimine tra l’apparire e l’essere, tra la celebrazione pedissequa e la volontà di cambiamento. Purtroppo la disunione tra donne (gelose l’una dell’altra, reduci come sono da una forma atavica di sottomissione all’uomo) rende difficile la crescita di una consapevolezza critica e di un sodalizio non puramente formale tra loro. Ho sempre su di me vissuto la dicotomia di questa formulazione al femminile per una celebrazione che non sento e non approvo tra le critiche nei miei confronti di molte donne sui social. Ho constatato da sempre che esiste maggior solidarietà tra gli uomini. La tendenza a far maturare una coscienza più solidale tra donne, che ho provato a far attecchire prima in me stessa, difficilmente ha trovato proseliti in femmine fatue che pensano solo ad accaparrarsi un maschio. Mi esprimo al di là dell’istinto innato e della natura che detta invariabilmente le sue leggi. Spero che un giorno maturi una maggior consapevolezza sulla specificità del genere. Essere uomo o donna poco importa se si è portatori di valori veri di umanità e di pace. Grazie per il vostro contributo. Buona notte.

 Franca Colozzo - 08/03/2018 22:51:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

@Sabrina Spielrein. Purtroppo l’universo femminile è così variegato e spesso conflittuale al suo interno da non essere in grado di saper gestire in maniera solidale ed unitaria - come gli avvenimenti recenti hanno mostrato - quei conflitti che, soprattutto tra le mura domestiche, sono i più drammatici e devastanti.
Ti ringrazio per il tuo contributo di giovane donna così pieno di spunti da far riflettere. Respingo la festa delle donne come occasione celebrativa (mimosa, cene, ecc,), per conferirle il giusto connotato di avanguardia di battaglie ancora da portare avanti, dal momento che ancora non si è formata una vera coscienza collettiva al femminile sulla problematica delle donne e dei loro nascituri, così contingente e pressante. T’invito, a tal proposito, a leggere ad esempio le mie poesie di denuncia sociale: #Siria."La Bambina azzurra" e "Family day". Il problema della Siria e della morte recente di ulteriori donne e bambini è quello che, al momento, mi angoscia di più al di là di qualsiasi altra tematica sociale. So che è difficile abbattere le barriere che, a volte, le stesse donne si sono costruite intorno a loro sia per rivalità sia per qualunquismo. Ma vedo in te la volontà di portare avanti le battaglie per una più incisiva presenza dell’universo femminile nella vita sociale. Trovi in me una tua sostenitrice leale. Un saluto affettuoso da parte di una reduce sconfitta del ’68.

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 Sabina Spielrein - 08/03/2018 22:13:00 [ leggi altri commenti di Sabina Spielrein » ]

le donne sono vittime di diverse forme di violenza, nella quotidianità, nella vita domestica e in circostanze particolari, durante conflitti armati. ad ascoltare i racconti di tante donne si direbbe che la casa è il luogo di maggiore pericolo e la famiglia una combinazione infernale. è come se tante vite femminili a un certo momento entrassero in un buco nero, come se per loro si verificasse un’eclisse.

l’ira deve essere espressa in modo non solo energico, ma anche organizzato e diretto.

 Arcangelo Galante - 08/03/2018 21:14:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Un’accorata pubblicazione, nel suo emblematico contenuto!
Scritta con un tono incisivo, offre chiarezza nello scenario descrittivo, inerente terribili sentimenti ed ignobili conseguenze, socialmente disumane, scatenate durante l’incontro con il male, chiamato violenza.
Le parole dell’autrice donano spunti, per riflessioni commoventi e significative, su di una verità profonda, scaturita dalle percezioni di ciò che, la mente, dovrebbe vedere sempre, e non solo in superficie: il rispetto per la vita, la dignità, la libertà e la parità umana.
Innegabili restano l’importanza, il ruolo e la funzione della femminea figura, in ogni epoca, pure se, in peculiari circostanze storiche, ella appare, talvolta, come donna senza volto. L’educazione sentimentale, nel sapere gestire correttamente le emozioni, al fine di porre le basi armoniche in un sociale confronto, resta un punto saliente, per uomini e donne.
Per davvero un sociale invito, meritevoli di elogi. Un romantico saluto serale, come augurio per una serena vita, in un mondo che sembra necessiti ancora di moniti e divulgazioni culturali, giacché sordo, nel recepire didascalici messaggi.
Grato per la lettura ed i commenti, mi congedo.